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Fiscale | 04/10/2024 | 16:46
Concordato preventivo biennale per i soggetti ISA e per i forfettari. Un'opportunità da valutare
della Redazione

Il Concordato Preventivo Biennale (che chiameremo d’ora in avanti CPB) è una proposta economica da parte dell’Agenzia dell’Entrate, utile a concordare un reddito minimo annuale da dichiarare sul quale impegnarsi a pagare le tasse. Dal CPB resta sempre esclusa l’iva.

 

Prima di esprimere un giudizio – positivo o negativo che sia – su questa manovra fiscale, il nostro consiglio è quello di valutare in ogni caso la proposta, perché in prima battuta si tratta semplicemente di una “proposta di concordato”, e capire se, per la tua personale situazione fiscale come agente di commercio Enasarco o consulente finanziario, questa rappresenti un’opportunità o meno.

 

Per gli agenti di commercio o consulenti finanziari in forfettario la proposta di concordato riguarda un solo anno (2024), per gli altri contribuenti soggetti ISA il concordato è biennale (2024/2025).

 

Come funziona e come valutare la convenienza del concordato preventivo?

Per gli agenti di commercio in forfettario, scegliere se aderire o meno al concordato non è poi così complicato. Al 31 ottobre 2024, data ultima per l’adesione, infatti saranno già 10 mesi su 12 a consuntivo. E il rischio sui restanti 2 mesi si può definire minimo.

 

Può essere più complicato, invece, per gli agenti di commercio e consulenti finanziari che non aderiscono al forfettario, per i quali – ricordiamo – il concordato è biennale e riguarda anche il fatturato (e le relative tasse) del 2025. Di fatto si dovrà in parte “scommettere” sul reddito concordato del 2025.

 

Si possono, però, presentare diverse situazioni per cui un agente di commercio sia in grado di fare una stima già oggi per l’anno successivo. Ad esempio, la fatturazione di premi – magari con importi consistenti – per il raggiungimento di obiettivi nell’anno 2024; oppure la stipula di un nuovo mandato, che si aggiunge a quelli già in portafoglio, in chiusura di anno corrente che fa prevedere un ragionevole aumento di fatturato per il 2025; oppure l’inserimento di nuovi clienti che porta anche in questo caso un potenziale fatturato extra.

 

A fronte di questi ragionamenti e possibili previsioni, all’atto pratico, non dovrebbe essere così complicato prendere una decisione:

 

  1. Stimo, o ho quasi la certezza, che il reddito che dichiarerò nel 2024 e 2025 (oppure solo quello 2024 o 2025 spesso è sufficiente perché il CPB risulti comunque conveniente) sia superiore alla proposta dell’Agenzia delle Entrate. A questo punto accetto di buon grado la proposta e festeggio per il risparmio pressoché assicurato sulle tasse.
  2. Non posso fare una previsione realistica sul fatturato del prossimo anno: a questo punto, valutata la proposta dell’Agenzia delle Entrate, posso scegliere serenamente di non rischiare e non aderire al concordato preventivo.

 

Esempi pratici di calcolo

Facciamo il caso pratico di un agente di commercio Enasarco, non in forfettario, che nel 2023 ha dichiarato un reddito di 60.000€.

 

La proposta dell’Agenzia delle Entrate è su un reddito concordato 2024 pari a 80.000€ e un reddito concordato 2025 pari a 100.000€.

 

Il concordato prevede di pagare le tasse fino alla concorrenza del reddito 2023, che diventa il nostro reddito base di riferimento. Sull’eccedenza tra il reddito dichiarato nel 2023 e quello concordato per gli anni successivi si applica una flat tax che varia in termini percentuali dal 10 al 15%.

 

Esistono, infatti, tre fasce di tassazione che dipendono dal voto ISA del contribuente, l’indice Sintetico di Affidabilità che ha sostituito gli Studi Settore, e che dipende da informazioni contabili ed extracontabili.

 

Le aliquote, che comprendono sia le imposte sul reddito sia le addizionali, sono:

  • del 10%, se nel periodo d’imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale pari o superiore a 8;
  • del 12%, se nel periodo d’imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;
  • del 15%, se nel periodo d’imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale inferiore a 6.

 

Prendiamo l’esempio meno vantaggioso: in caso di voto ISA entro il 6, si pagherà una flat tax del 15% sulla differenza di reddito 2023/2024. Nel nostro caso la differenza è di 20.000€, le imposte da pagare saranno quindi 20.000€ x 15% = 3.000€ (su un reddito ipotetico di 80.000€).

 

La tassazione prevista dal concordato, rispetto alla tassazione ordinaria su quel reddito, è dunque decisamente più conveniente. Consideriamo, infatti, che su uno scaglione di reddito di questo tipo si applica un’aliquota del 43% più il 3,5%/4% delle addizionali, che a conti fatti corrisponderebbero a circa 9.000€ di tasse.

 

Se, poi, il reddito che mi dovessi trovare a dichiarare è più alto di quello concordato, sull’eccedenza ulteriore non si pagano tasse aggiuntive. E qui il risparmio sarebbe ancora superiore.

 

Veniamo ora al caso di un agente di commercio o un consulente fiscale in forfettario.

 

La normativa classica sui forfettari prevede che se si superano gli 85.000€ di fatturato, previsti come limite massimo per la permanenza nel regime, dall’anno successivo si passa automaticamente a un regime fiscale tradizionale, ordinario o semplificato che sia.

 

Se poi si superano i 100.000€ di fatturato, già dall’anno in corso si esce dal forfettario e si pagano le tasse come in ordinario.

 

Sull’eccedenza rispetto al fatturato di riferimento del 2023 si paga anche in questo caso una flat tax, ma ulteriormente ridotta:

  • del 3% rispetto al 5%, se si è nei primi 5 anni di attività
  • del 10% rispetto al 15%, se si è oltre i primi 5 anni di attività

 

Come ultima ipotesi, se sono in forfettario e supero nell’anno i 150.000€ di fatturato, non posso aderire al CPB.

 

Quali sono le cause di esclusione dal concordato preventivo biennale?

Le situazioni ostative per l’adesione al CPB previste dalla normativa specifica sono:

 

  • Non avere debiti tributari e/o previdenziali iscritti al ruolo superiori a 5.000€, comprensivi di sanzioni e interessi. Se il debito è gestito o regolarizzato (ad esempio, attraverso la sanatoria quater oppure è stata presentata una rateizzazione che è stata accettata e regolarmente in corso di pagamento) ho comunque i requisiti per la richiesta CPB.

 

  • Non avere redditi esenti o esclusi (cioè redditi di altra natura, soggetti a imposte sostitutive) non superiori al 40% del reddito dichiarato. Questo non significa che se ho un aumento del fatturato del 40% o oltre non ho i requisiti soggettivi!

 

  • Non è consentito l’accesso al CPB ai soggetti che hanno iniziato l’attività nel periodo d’imposta precedente a quello a cui si riferisce la proposta.

 

Hai ulteriori domande sul concordato preventivo biennale? Scrivi a [email protected] oppure al numero WhatsApp 329.672.55.62

 

--- © Riproduzione riservata


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